
Quali sono le applicazioni pratiche della Realtà Aumentata AR per i musei?
Cos’è la Realtà Aumentata e come funziona all’interno di un museo?
Perché i musei dovrebbero integrare questa tecnologia, per arricchire l’esperienza di visualizzazione delle opere esposte?
I visitatori dei musei, per accedere ad esperienze di Realtà Aumentata, devono utilizzare dispositivi, accessori o app particolari?
Se stai cercando la risposta ad una, più o a tutte queste domande, sei nell’articolo giusto.
Se ancora non mi conosci, lasciami presentare: sono Kevin Molinari, imprenditore digitale con un’esperienza di oltre 5 anni nel settore delle tecnologie immersive, in particolare in quello della Realtà Aumentata (AR).
Ho collaborato su diversi progetti digital (e collaboro tutt’ora con la mia azienda Arweb), insieme ad aziende di rilevanza nazionale e internazionale del calibro di Cofidis, RCS Sport, IVS Group e Event’s Way (con cui abbiamo realizzato progetti in collaborazione per brand come ATP Finals e BPER Banca).
Su Linkedin, da ormai più di due anni condivido ogni Lunedì news, contenuti e curiosità su applicazioni pratiche del mondo della Realtà Aumentata e delle tecnologie immersive, quindi se ti interessa seguire i contenuti su questo nuovo mondo, ti lascio qui il link del mio profilo 😉
Ma ora torniamo a noi.
Che tu sia un marketer appassionato sulle nuove tecnologie, un imprenditore o il responsabile marketing e comunicazione di un museo, attraverso questo articolo imparerai tutto ciò che devi sapere sull’utilizzo della Realtà Aumentata all’interno dei musei.
Ti racconterò i dettagli di questa nuova tecnologia, la sua applicazione pratica all’interno dei musei, vantaggi e benefici sia per i musei che per i visitatori, i casi più di successo nel mondo e diversi falsi miti comuni.
Ci sei? Partiamo! 😉
Indice
Cos’è e come funziona la Realtà Aumentata?
La Realtà Aumentata (abbreviata con l’acronimo AR) è una tecnologia che sovrappone informazioni digitali, come immagini, contenuti 3D e dati, al mondo reale.
Questa tecnologia utilizza dispositivi, come smartphone, tablet o visori specifici (ad esempio i nuovi Meta Quest o Apple Vision Pro), per arricchire la percezione sensoriale dell’utente, aggiungendo elementi virtuali alla realtà fisica che lo circonda.
La Realtà Aumentata viene spesso confusa con la Realtà Virtuale (Abbreviata con l’acronimo VR), che invece trasporta l’utente in un mondo completamente virtuale, estraniandolo dal mondo reale.
Il funzionamento della Realtà Aumentata è molto semplice:
Immagina di camminare all’interno di un museo, e di soffermarti davanti ad un’opera.
Attraverso la camera del tuo smartphone, puoi inquadrare esattamente quell’opera, e vedere materializzarsi davanti a te un ologramma 3D di persona dell’artista, che ti racconta in tempo reale la storia di quell’opera, come è stata ideata e come è stata creata.
Questa esperienza permette poi a te di interagire con l’ologramma virtuale: spostarlo dove vuoi, approfondire diversi aspetti attraverso link specifici e così via.
Ecco, così è come funziona la Realtà Aumentata.
Questo procedimento, fino a qualche anno fa, richiedeva un Applicazione dedicata da scaricare, il che era una barriera abbastanza importante per gli utilizzatori finali.
Tu scaricheresti mai un App per visualizzare una singola esperienza di Realtà Aumentata?
Se è proprio un’esperienza stratosferica magari si, ma diciamo che su 100 persone la scaricherebbero si o no in 10 se va bene… (secondo me anche meno)
Oggi, nel 2024, accedere ad esperienze immersive di Realtà Aumentata (AR) è semplice come accedere ad un sito web, proprio grazie alla Realtà Aumentata Web.
Quest’ultima non richiede applicazioni dedicate da scaricare, e funziona direttamente attraverso il browser web.
Per intenderci, ritornando all’esempio di prima, se stai visitando delle opere all’interno di un museo, potrai visualizzare l’esperienza dell’ologramma 3D di persona semplicemente inquadrando un QR-code.
Oppure potrai accedere all’AR semplicemente appoggiando il tuo smartphone su un chip NFC (Che sfrutta il Contactless: la stessa tecnologia che ti permette di pagare appoggiando la tua carta di credito ad un POS).
Semplice vero? 😉
In pochissimi secondi puoi entrare in un’esperienza multi sensoriale senza precedenti… senza aver bisogno di app, dispositivi, visori o apparecchiature particolari.
Nei casi in cui si voglia vivere un’esperienza AR tramite dispositivi indossabili (come ad esempio i nuovi visori o occhiali), questo è possibile.
Ma come dicevo, non è indispensabile.
Riassumendo: la Realtà Aumentata (AR) è una tecnologia che aggiunge contenuti virtuali al mondo reale, per accedervi è sufficiente uno smartphone, e questo smartphone può accedere ad esperienze AR attraverso un semplicissimo link web.
Se vuoi entrare più nel dettaglio sul funzionamento della Realtà Aumentata, approfondendo anche diversi esempi, ti lascio qui il link dell’articolo di approfondimento.
Ora che sai cos’è e come funziona la Realtà Aumentata, nella prossima sezione approfondiremo perché i musei dovrebbero considerare l’integrazione di questa nuova tecnologia.
Perché è importante l’applicazione dell’AR all’interno dei musei?
Ho visitato diversi musei negli ultimi 10 anni, e sono rimasto affascinato dalla maggior parte.
Nella maggior parte di questi però, mi ricordo veramente poco rispetto a ciò che ho visto.
Questo perché?
Se hai fatto visita ad un museo, sicuramente ti sarai imbattuto in quelle classiche targhette (poste vicino ad un opera o ad un quadro esposto), con descrizioni testuali e qualche immagine.
Ecco, ora ti chiedo, di tutte le targhette di approfondimento di ogni opera che hai letto, quante cose ti ricordi?
Immagino pochissime.
In effetti non sono molto coinvolgenti, e vanno a limitare di molto l’esperienza di visita al museo, che risulta quindi superficiale.
Questa mancanza di coinvolgimento tocca in particolar modo generazioni come la mia, e quelle successive (Gen Z e oltre), che sono “digital-native” e sono abituate ad avere informazioni in modo velocissimo, e in formato interattivo.
Un museo che utilizza queste targhette, non solo limita e rende troppo superficiale l’esperienza dei visitatori, bensì non stimola il passaparola.
Della serie: “Cavolo, sono stato al museo X, sai che figata? Devi assolutamente andarci”.
Nel migliore dei casi ho trovato dei QR-code di approfondimento, che però rimandavano a semplicissime landing page, con altrettante descrizioni, foto e (se andava bene) qualche video.
Anche in questo caso, mi ricordo veramente poco delle informazioni presenti all’interno dei QR-code.
Io amo leggere, ma solo se mi ritaglio del tempo apposta per la lettura.
Se dovessi entrare in un museo e approfondire tutte le opere, ci impiegherei un’eternità a leggere tutti gli approfondimenti.
Poi viviamo in un’era dove l’informazione è alla portata di tutti, perché entrare in un museo e mettersi a leggere approfondimenti testuali, che si trovano benissimo anche su Google?
Ora magari penserai: “Kevin, ma ci sono le guide apposta!”.
Vero, ma per uno come me e tanti altri, che preferisce una visita autonoma a libera interpretazione, al museo mancherebbe comunque qualcosa.
Mi piace viaggiare con la fantasia, e le informazioni su un’opera preferisco approfondirle liberamente.
Diversi musei hanno adottato le audioguide come soluzione: degli apparecchi con delle cuffie, che permettono al visitatore di ascoltare una voce di approfondimento (molto generalista) su ogni opera.
Anche questa opzione l’ho provata, ma (almeno per quanto mi riguarda), è risultata molto scomoda e super riassuntiva su ogni esposizione.
Non è molto coinvolgente, e nella maggior parte dei casi, come per le targhette descrittive, la maggior parte delle informazioni recepite vengono dimenticate.
E’ dimostrato infatti da diversi studi, che tendiamo a ricordare informazioni ed esperienze che coinvolgano il più possibile tutti i nostri sensi.
Questo perché? Perché entriamo a contatto a 360 gradi con il contenuto che diventa così parte della nostra esperienza.
Se ritorniamo ad analizzare precedentemente ogni soluzione di approfondimento, potremo notare che:
-Le targhette (con descrizioni e qualche immagine) forniscono un’esperienza solo visiva (molto limitata);
-I QR-code, con altrettante descrizioni e immagini, forniscono un’esperienza solo visiva (ancora più limitata, perché è dimostrato da diversi studi, che ciò che leggiamo da uno schermo viene ricordato molto di meno, rispetto a ciò che viene letto dal vivo).
-I QR-code con video, forniscono un’esperienza esperienza visiva e audio (che si perdono tra le innumerevoli quantità di video presenti online).
-Le audio guide e guide fisiche, forniscono un’esperienza di solo audio (si, le metto insieme perché anche la presenza fisica della guida, non ti mostra, visivamente, nulla di più rispetto all’opera esposta).
Qual è la forma di contenuto e Story Telling (oggi, nel 2024), che coinvolge a pieno tutti i sensi, e può risolvere tutte problematiche che ho descritto?
La tecnologia della Realtà Aumentata (AR).
Come abbiamo detto, questa tecnologia aggiunge contenuti virtuali al mondo reale, creando un coinvolgimento multisensoriale per il visitatore.
E’ dimostrato infatti, da uno studio di Neuro Insight, che le esperienze di Realtà Aumentata (AR) sono del 70% più memorabili rispetto ai contenuti nei classici formati (testi, foto e video).
Possiamo vedere un esempio nell’immagine di seguito:

La Realtà Aumentata (AR) è la soluzione per i musei di differenziare ed elevare la propria esperienza museale, generare maggiore memorabilità per i visitatori, e aumentare in modo esponenziale il passaparola dei visitatori.
Il passaparola, come ben saprai, è da sempre la miglior forma di pubblicità.
Inoltre, come umani siamo abituati ad interagire con contenuti tridimensionali presenti all’interno del nostro spazio, e la Realtà Aumentata ci permette di fare ciò.
Questa tecnologia non ci rende solo spettatori o visitatori, ma ci rende partecipatori attivi dell’esperienza in modalità mai viste prima.
Abbiamo parlato solo delle situazioni scomode legate alla scarsa memorabilità dei metodi precedentemente citati, e dello scarso coinvolgimento.
Ci sono altre situazioni che la tecnologia AR può risolvere, e una di queste te le racconto attraverso una mia esperienza personale.
3 anni fa sono andato in vacanza nell’isola di Favignana (se non sai dove andare in vacanza quest’estate te la consiglio vivamente, e se cerchi un affitta-camere a due passi dal centro e dal mare ti lascio il link della struttura dei miei nonni).
Oltre alle spiagge magnifiche e al cibo incredibilmente buono, sono andato in visita all’ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana
Se non lo conosci, si tratta dello stabilimento dove veniva prodotto e conservato il Tonno dei mari di Favignana:
I pescatori andavano a pescare il tonno
Lo portavano allo stabilimento.
E poi veniva lavorato ed inscatolato, pronto per essere spedito e venduto.
Attualmente questo stabilimento è diventato un vero e proprio museo, dove i visitatori hanno la possibilità di vedere ogni singolo dettaglio, legato alla pesca e alla lavorazione del tonno.
Aldilà di tutte le forme comunicative limitanti che abbiamo visto precedentemente (targhette con testi, immagini e QR-code con landing page), mi sono ritrovato davanti all’esposizione di alcune anfore antiche del V secolo A.C.
Queste ultime, rimanevano incagliate nelle reti dei pescatori, che poi le portavano sull’isola di Favignana.
Quest’anfora era molto affascinante ma, giustamente, per preservarla il museo l’aveva posizionata all’interno di una teca in plexiglass.
Per me risultava veramente difficile vedere alcuni dettagli dal vivo, anche perché l’anfora era posizionata al centro della teca con circa 60/70 cm di spazio dai bordi.
La Realtà Aumentata, anche in questo caso, può essere un’incredibile soluzione: poiché ha vantaggi sia per i musei che per i visitatori.
Da un lato, quello del visitatore, permette al turista di approfondire in 3D i reperti archeologici, esplorandone i dettagli con dimensioni a piacimento.
Dal lato del museo, questa tecnologia differenzia in modo significativo la comunicazione, offrendo esperienze immersive multisensoriali e memorabili, che sono molto vicini alla realtà.
E poi, cosa molto importante, l’AR permette di preservare i reperti archeologici, evitando danni che possano derivare dal tatto dei reperti.
Tecnologie come l’intelligenza artificiale (AI) stanno correndo alla velocità della luce, e attualmente i musei possono creare 3D di reperti archeologici a costi veramente bassi.
Ovviamente, la Realtà Aumentata può arricchire lo Storytelling delle esposizioni museali con esperienze che non richiedono app da scaricare, è sufficiente un QR-code o un chip NFC (come abbiamo visto precedentemente) per attivare le esperienze.
Non tutte le esperienze WebAR sono uguali, e ce ne sono di due tipologie:
- Esperienze WebAR standard: che mostrano contenuti virtuali con livelli di personalizzazione e interattività molto limitati;
- Esperienze WebAR scalabili: che mostrano contenuti virtuali in realtà aumentata, con altissimi livelli di personalizzazione, ed esperienze super realistiche.
La prima è adatta per le attivazioni più semplici (come ad esempio la semplice visualizzazione 3D di un’opera).
La seconda (che è il nostro focus come azienda Arweb), permette la visualizzazione di esperienze più complesse e realistiche, che possono integrarsi a piacimento con le nuove tecnologie (come ad esempio l’intelligenza artificiale).
Ora che abbiamo visto perchè i musei dovrebbero integrare la Realtà Aumentata (AR) all’interno dell’esperienza dei visitatori, nella prossima sezione entreremo più nel dettaglio sulle applicazioni pratiche.

Realtà Aumentata AR per i musei: quali sono le applicazioni pratiche?
Di seguito espongo i principali esempi, ma ovviamente basta fare un pò di spazio alla fantasia, per comprendere che ci possono essere innumerevoli opportunità:
1. Tour guidati interattivi
I musei possono creare tour guidati interattivi utilizzando la Realtà Aumentata.
Invece di seguire una guida fisica, o ascoltare una voce registrata attraverso audioguide, i visitatori possono utilizzare i loro smartphone per inquadrare le opere esposte e attivare contenuti virtuali AR.
Queste esperienze possono includere contenuti tridimensionali e animazioni, che arricchiscono le informazioni di ogni opera esposta.
2. Ricostruzioni di reperti archeologici
L’AR può essere utilizzata per ricostruire reperti archeologici che attualmente che non sono più visibili nella loro forma originale.
Riprendendo l’esempio che ho fatto dalla mia personale esperienza, un museo che espone reperti archeologici di ogni tipo, può permettere ai visitatori di vedere come apparivano quest’ultimi in tutta la loro interezza.
Attraverso il proprio smartphone, i visitatori possono vedere una versione virtuale completa e dettagliata del reperto, senza il rischio di danneggiarlo in nessun modo.
3. Ologrammi di personaggi storici o Artisti
I musei possono utilizzare l’AR per mostrare ologrammi 3D di persone, di personaggi storici o degli artisti stessi, che “prendono vita” per raccontare le storie delle loro opere.
Immagina di essere davanti a un dipinto di Leonardo da Vinci, e di poter interagire con l’ ologramma dell’artista che spiega le tecniche utilizzate, la sua ispirazione e il contesto in cui ha creato l’opera.
Questo tipo di interazione, rende l’esperienza educativa molto più personale e memorabile.
Inoltre, grazie all’integrazione con l’intelligenza artificiale, tra non molto ci sarà la possibilità per i visitatori di interagire in tempo reale con l’ologramma, con un’esperienza sempre più personalizzata e interattiva.
4. Esperienze AR per la visualizzazione di dettagli
Molte opere d’arte e reperti archeologici hanno dettagli nascosti che non sono visibili a occhio nudo.
L’AR può aiutare a rivelare questi dettagli, come stratificazioni di dipinti, scritture nascoste o restauri precedenti.
Tramite la scansione di un QR-code o il touch con un chip NFC, i visitatori possono visualizzare contenuti digitali tridimensionali che evidenziano questi dettagli nascosti, con una comprensione più profonda dell’opera.
5. Gamification
Per rendere la visita al museo più coinvolgente per i bambini e le famiglie, i musei possono creare giochi e attività interattive utilizzando l’AR.
Ad esempio, i visitatori possono partecipare a una caccia al tesoro virtuale, in cui devono trovare e interagire con vari oggetti e opere d’arte attraverso indizi in Realtà Aumentata.
Questo non solo rende la visita più divertente, ma incoraggia anche un’esplorazione più attenta e approfondita delle esposizioni.
6. Esposizioni Temporanee
L’AR può essere utilizzata per arricchire le esposizioni temporanee e gli eventi speciali. I musei possono creare contenuti AR unici per queste occasioni, offrendo ai visitatori esperienze esclusive.
Ad esempio, durante una mostra su un artista contemporaneo, i visitatori possono utilizzare l’AR per vedere animazioni delle tecniche utilizzate o, per ascoltare interviste con l’artista in AR che mostra il processo creativo dietro le opere esposte.
7. Realizzazione di strumenti per la visita dei musei a persone con disabilità
L’AR può migliorare l’accessibilità dei musei per persone con disabilità.
I contenuti AR possono includere traduzioni in lingua dei segni, descrizioni audio per non vedenti, e contenuti ingranditi per ipovedenti.
Questo assicura che tutti i visitatori, indipendentemente dalle loro abilità, possano godere di un’esperienza museale arricchita e inclusiva.
8. Campagne di marketing e comunicazione
L’adozione della Realtà Aumentata (AR) nei musei non solo arricchisce l’esperienza dei visitatori, ma offre anche potenti strumenti per le campagne di marketing e comunicazione.
Ecco come i musei possono sfruttare l’AR per migliorare la loro visibilità e attrattività:
Lancio di Esposizioni Interattive
Quando un museo lancia una nuova esposizione, può utilizzare l’AR per creare teaser interattivi che incuriosiscono e attirano il pubblico.
Ad esempio, attraverso i social media o il sito web del museo, i visitatori possono accedere a contenuti AR che offrono anteprime delle opere esposte, video introduttivi degli artisti, o giochi interattivi collegati alla mostra.
Queste esperienze possono essere attivate tramite QR-code o link condivisi online, aumentando l’interesse e il coinvolgimento del pubblico prima ancora che visitino fisicamente il museo.
Pubblicità Immersiva
Le campagne pubblicitarie possono integrare l’AR per offrire un’esperienza unica e memorabile.
Ad esempio, i manifesti pubblicitari, le brochure e gli annunci sui social media possono includere QR-code che, una volta scansionati, attivano contenuti AR come animazioni delle opere d’arte, video di eventi passati o messaggi personalizzati da parte di curatori ed esperti.
Questo approccio non solo cattura l’attenzione del pubblico, ma rende la pubblicità molto più coinvolgente e interattiva.
Collaborazioni con Influencer e Artisti
I musei possono collaborare con influencer e artisti per creare contenuti AR esclusivi.
Gli influencer possono condividere le loro esperienze con l’AR nei musei sui loro canali social, raggiungendo così un pubblico più ampio e variegato.
Queste collaborazioni possono aumentare la visibilità del museo e attrarre nuovi visitatori.
Eventi e Promozioni Speciali
L’AR può essere utilizzata per promuovere eventi speciali e offerte promozionali. Ad esempio, durante una notte dei musei o una giornata a ingresso gratuito, i visitatori possono accedere a contenuti AR esclusivi che sono disponibili solo per quell’evento.
Inoltre, i musei possono creare campagne promozionali in cui i visitatori che partecipano alle esperienze AR possono ottenere sconti sui biglietti d’ingresso, merchandise del museo o altri premi. Questo incentiva la partecipazione e aumenta l’interesse per gli eventi speciali.
Educazione e Contenuti Didattici Online
I musei possono utilizzare l’AR per creare contenuti educativi e didattici accessibili online.
Questo può includere tour virtuali delle esposizioni, lezioni interattive sull’arte e la storia, o attività educative per bambini e studenti.
Questi contenuti possono essere promossi attraverso newsletter, social media e siti web del museo, attirando l’interesse di scuole, famiglie e appassionati di arte.
Offrire contenuti educativi in AR non solo aumenta l’engagement, ma rafforza anche il ruolo del museo come istituzione educativa.
Feedback e Interazione con i Visitatori
L’AR può facilitare la raccolta di feedback e l’interazione diretta con i visitatori. Ad esempio, al termine di un’esperienza AR, i visitatori possono essere invitati a partecipare a sondaggi interattivi o a lasciare recensioni attraverso le stesse esperienze AR.
Questo permette ai musei di raccogliere dati preziosi sulle preferenze e le opinioni dei visitatori, migliorando così l’offerta e l’esperienza museale.
Queste sono solo alcune delle applicazioni pratiche della Realtà Aumentata applicata ai musei.
Lasciando spazio alla fantasia, e identificando in che modo la Realtà Aumentata possa risolvere problemi reali sia ai visitatori, che ai musei, si possono realizzare progetti incredibili che integrano con successo questa nuova tecnologia.
Se vuoi approfondire altri esempi, puoi dare un occhio al nostro articolo dedicato ai QR-code innovativi per i musei e alle targhette in Realtà Aumentata per i musei.

Nella prossima sezione esploreremo insieme i casi più di successo piu’ comuni, di musei nel mondo che hanno integrato la Realtà Aumentata.
Realtà Aumentata AR per i musei: casi di successo nel mondo
La realtà aumentata nei musei: The National Gallery
Nel 2021, la National Gallery di Londra ha rivoluzionato l’esperienza artistica, portando le sue preziose collezioni della National Gallery, National Portrait Gallery, Royal Academy of Arts direttamente nelle strade della città.
Grazie a un’innovativa esperienza di Realtà Aumentata, i passanti potevano immergersi nell’arte semplicemente utilizzando il proprio smartphone.
Inquadrando i QR code posizionati nelle affollate vie del centro di Londra, l’arte prendeva vita, offrendo un’esperienza immersiva e interattiva a portata di mano.
La realtà aumentata nei musei: The Art Gallery of Ontario, Toronto.
Nel luglio 2017, l’Art Gallery of Ontario (AGO) ha collaborato con l’artista digitale Alex Mayhew per dare vita a “ReBlink”, un’installazione di Realtà Aumentata che offre una nuova prospettiva su alcune opere d’arte classiche.
Utilizzando smartphone o tablet, i visitatori potevano vedere i soggetti delle opere animarsi e adattarsi alla realtà contemporanea.
Con “ReBlink”, Mayhew ha voluto utilizzare la tecnologia come strumento di coinvolgimento e non di distrazione.
L’obiettivo era incoraggiare le persone a “guardare in alto” e non abbassare lo sguardo sullo schermo. Secondo Shiralee Hudson Hill, pianificatrice interpretativa dell’AGO, l’84% dei visitatori ha dichiarato di essersi sentiti coinvolti dall’arte, e il 39% ha rivisitato le opere dopo aver utilizzato l’app.
La realtà aumentata nei musei: The National Museum of Singapore
Il National Museum di Singapore sta attualmente ospitando un’installazione coinvolgente chiamata “Story of the Forest”.
Questa mostra si concentra su 69 immagini tratte dalla William Farquhar Collection of Natural History Drawings, trasformate in animazioni tridimensionali con cui i visitatori possono interagire.

Scaricando un’app dedicata, i visitatori possono utilizzare la fotocamera del proprio dispositivo per esplorare e interagire con questi dipinti.
L’installazione, adatta a tutta la famiglia, sfrutta la tecnologia per offrire un’esperienza educativa.
Ispirandosi a dinamiche simili a quelle di Pokémon Go, i visitatori possono “cacciare” e “catturare” elementi, in questo caso piante e animali rappresentati nei dipinti.
Questi elementi possono poi essere aggiunti a una collezione virtuale personale mentre si esplora il museo. L’app fornisce ulteriori dettagli sugli elementi raccolti, permettendo agli utenti di scoprire fatti interessanti come l’habitat, la dieta e la rarità delle specie.
La realtà aumentata nei musei: The Smithsonian Institution, Washington D.C.
Nel 2017, il Smithsonian ha adottato la tecnologia AR per aggiungere un tocco innovativo a una delle sue esposizioni più antiche e amate.
Molti degli scheletri presenti nella Bone Hall del museo sono esposti dal 1881. Oggi, i visitatori possono scaricare una nuova app, “Skin and Bone”, che rivela questi reperti sotto una luce completamente nuova.
L’app include 13 scheletri e sovrappone immagini per ricostruire le creature nella loro interezza. Gli utenti possono osservare come sarebbe apparsa la pelle e i muscoli sugli scheletri e come si sarebbero mossi gli animali.
Questo offre una visione unica nella storia dei reperti e contribuisce a rendere l’esposizione vivida e dinamica.
“Questa app vuole raccontare alcune delle storie nascoste dietro una delle collezioni più iconiche del museo”, ha dichiarato Robert Costello, produttore dell’app e responsabile del programma di divulgazione nazionale presso il Museum of Natural History.
La realtà aumentata nei musei: The Pérez Art Museum, Miami
Nel dicembre 2017, il museo PAMM ha unito le forze con l’artista Felice Grodin per creare “Invasive Species”, la prima mostra d’arte interamente alimentata dalla Realtà Aumentata.
A differenza di altre opere dove l’AR si sovrappone a creazioni esistenti, l’opera di Grodin per questo progetto è totalmente digitale, offrendo un’esperienza AR completa che evoca contenuti in uno spazio vuoto.
L’installazione presenta una serie di contenuti virtuali e specie, tra cui modelli 3D inquietanti che rievocano creature striscianti, meduse e segni criptici. Grodin ha voluto interagire con l’architettura dell’edificio, trasformandola.
Jennifer Inacio, curatrice del PAMM, è convinta che l’arte possa essere un mezzo per stimolare il dibattito.
Desiderava che la mostra generasse conversazioni, coinvolgendo gli spettatori in un dialogo: “Le opere inquietanti create dall’artista sono pensate per coinvolgere gli spettatori nella seria discussione sui cambiamenti climatici, ma in modo coinvolgente e interattivo.”
Falsi miti nell’utilizzo della Realtà Aumentata per i musei
Nonostante i numerosi vantaggi e potenzialità della Realtà Aumentata (AR) nei musei, esistono diversi falsi miti che possono scoraggiare i musei dall’adozione di questa tecnologia.
È importante sfatare questi miti per comprendere appieno le opportunità offerte dall’AR:
- L’AR è troppo costosa e complessa da implementare
Falso mito: Molti pensano che l’implementazione dell’AR richieda ingenti investimenti e competenze tecniche avanzate.
Realtà: Sebbene l’AR possa richiedere un investimento iniziale, esistono soluzioni scalabili e accessibili per musei di diverse dimensioni e budget.
Noi di Arweb, ad esempio, abbiamo diverse soluzioni di Realtà Aumentata che si adattano alle diverse tipologie di budget.
Le esperienze più complesse ovviamente costano di più, ma quelle più semplici sono veramente alla portata di qualsiasi museo, anche dei più piccoli.
- L’AR è solo una moda passeggera
Falso mito: Alcuni pensano che l’AR sia una tendenza temporanea destinata a scomparire.
Realtà: L’AR ha dimostrato di avere applicazioni durature e pratiche in vari settori, tra cui quello museale.
La tecnologia continua a evolversi e a migliorare, offrendo sempre nuove possibilità per arricchire l’esperienza dei visitatori.
Si prevede che questo mercato crescerà a un tasso annuo del 9,64% (CAGR 2024-2028), con un volume di mercato previsto di 58,3 miliardi di dollari entro il 2028. (Fonte: Statista)
- L’AR sostituisce l’esperienza fisica del museo
Falso mito: C’è chi crede che l’AR possa rendere superflua la visita fisica al museo.
Realtà: L’AR non sostituisce l’esperienza fisica, ma la arricchisce.
La possibilità di interagire con contenuti digitali sovrapposti alle opere d’arte reali, crea un livello di coinvolgimento e approfondimento che migliora la visita al museo.
L’AR può attirare più visitatori al museo, offrendo loro motivi in più per visitare fisicamente l’istituzione.
E poi, a differenza della Realtà Virtuale, la Realtà Aumentata arricchisce la nostra realtà, non la sostituisce.
- Solo i visitatori giovani sono interessati all’AR
Falso mito: Si pensa spesso che solo le generazioni più giovani possano apprezzare le esperienze AR.
Realtà: L’AR è apprezzata da un pubblico ampio e diversificato.
Anche i visitatori più anziani possono trovare l’AR affascinante e utile, specialmente quando offre un modo più intuitivo e coinvolgente di apprendere e interagire con le esposizioni.
Esperienze ben progettate possono essere accessibili e gratificanti per visitatori di tutte le età.
- L’AR richiede dispositivi speciali che non tutti possiedono
Falso mito: Alcuni pensano che l’AR necessiti di visori o altri dispositivi specifici.
Realtà: Mentre alcuni tipi di AR possono essere potenziati da visori o occhiali, la maggior parte delle esperienze AR nei musei può essere fruita tramite comuni smartphone e tablet, senza il bisogno di nessuna applicazione.
Grazie alle tecnologie WebAR, i visitatori possono accedere a contenuti AR direttamente dal browser del proprio smartphone, in modo semplice ed immediato.
- L’AR distrae dalle opere d’arte
Falso mito: C’è il timore che l’AR possa distrarre i visitatori dalle opere fisiche esposte.
Realtà: Quando ben progettata, l’AR non distrae, ma guida l’attenzione del visitatore verso dettagli significativi e storie nascoste delle opere d’arte.
L’AR può fornire un contesto aggiuntivo che arricchisce la comprensione e l’apprezzamento delle opere, rendendo l’esperienza complessiva più completa e immersiva.
- La creazione di contenuti AR è troppo dispendiosa in termini di tempo
Falso mito: Si pensa che creare contenuti AR richieda molto tempo e risorse.
Realtà: Con gli strumenti giusti e la collaborazione con esperti del settore, la creazione di contenuti AR può essere relativamente veloce ed efficiente.
Le nuove piattaforme e strumenti di intelligenza artificiale, hanno velocizzato in modo importante la produzione di contenuti e lo sviluppo di esperienze AR. Questo già ora riduce in modo significativo i tempi e le risorse.
Esistono molteplici piattaforme e software che facilitano la creazione di contenuti AR, permettendo di sviluppare esperienze coinvolgenti senza lunghi tempi di produzione.
- L’AR è difficile da aggiornare
Falso mito: Alcuni credono che una volta creati, i contenuti AR siano difficili da aggiornare.
Realtà: Grazie alla tecnologia WebAR, i contenuti possono essere aggiornati in tempo reale senza necessità di aggiornamenti da parte degli utenti.
Questo rende l’AR una soluzione flessibile e dinamica, capace di evolversi con le esigenze del museo e le aspettative dei visitatori.

Vantaggi e benefici per i musei e per i visitatori
Come abbiamo visto, l’AR è una tecnologia che può risolvere tutta una serie di situazioni scomode per i musei, che possono elevare all’ennesima potenza l’esperienza museale dei visitatori.
In questa sezione, faremo il riepilogo insieme di tutti i vantaggi e benefici nell’utilizzo di questa nuova tecnologia, sia per i musei che per i visitatori:
Vantaggi per i musei
Offerta di esperienze multi-sensoriali: L’AR permette ai musei di offrire ai visitatori un’esperienza immersiva che coinvolge diversi sensi, aumentando l’engagement e la memorabilità delle esposizioni.
Maggior coinvolgimento delle nuove generazioni: Le generazioni più giovani, abituate alla tecnologia e all’interattività, trovano le esperienze di AR molto più coinvolgenti rispetto ai tradizionali metodi di esposizione come targhette o audioguide.
Differenziazione rispetto ad altri musei: I musei che adottano l’AR si posizionano come innovatori, distinguendosi dalle altre istituzioni culturali e attirando un pubblico più vasto e diversificato.
Protezione dei reperti: L’AR consente di esporre dettagliati modelli 3D di reperti archeologici, proteggendo gli originali dal contatto diretto e dai potenziali danni.
Accessibilità immersiva immediata di contenuti immersivi: Grazie alla Realtà Aumentata Web, i musei possono offrire esperienze immersive senza richiedere app o dispositivi speciali, rendendo l’accesso più facile e immediato per tutti i visitatori.
Incremento del passaparola: Un’esperienza museale arricchita e memorabile stimola i visitatori a condividere le loro esperienze, aumentando il passaparola e l’attrattiva del museo.
Personalizzazione: L’AR permette di offrire percorsi di visita personalizzati, dove ogni visitatore può scegliere quali informazioni approfondire e come interagire con le esposizioni.
Miglioramento nell’educazione e apprendimento: L’AR può trasformare il modo in cui vengono presentate le informazioni educative, rendendole più interattive e facili da comprendere, soprattutto per i bambini e i giovani studenti.
Attrazione di nuovi pubblici: Implementando tecnologie avanzate come l’AR, i musei possono attrarre visitatori che sono interessati sia all’arte che alle nuove tecnologie, ampliando così il proprio pubblico.
Aggiornamento dei contenuti in tempo reale: Grazie alla tecnologia WebAR scalabile, i musei possono aggiornare i contenuti in Realtà Aumentata in tempo reale senza aver bisogno di far fare aggiornamenti agli utenti, e senza nemmeno il bisogno di cambiare il link agganciato al QR-code o all’NFC.
Vantaggi per i visitatori
Maggior coinvolgimento: La possibilità di interagire con contenuti digitali sovrapposti alla realtà fisica rende la visita al museo più dinamica e interessante.
Accesso immediato alle informazioni interattive: Inquadrare un QR-code o utilizzare un chip NFC per attivare contenuti AR permette ai visitatori di accedere rapidamente a informazioni aggiuntive senza dover scaricare app, e senza dover ricorrere a dispositivi esterni.
Maggior memorabilità delle opere esposte: Studi hanno dimostrato che le esperienze AR sono significativamente più memorabili rispetto ai formati tradizionali, aiutando i visitatori a ricordare meglio ciò che hanno visto e appreso.
Maggior partecipazione con le opere esposte: L’AR trasforma i visitatori da semplici spettatori a partecipatori attivi, offrendo la possibilità di esplorare i dettagli delle opere e dei reperti in modo interattivo.
Interazione con contenuti multisensoriali personalizzati: I visitatori possono scegliere quali aspetti delle esposizioni approfondire, creando un’esperienza di visita personalizzata in base ai propri interessi. Queste esperienze diventeranno sempre più personalizzate grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale in futuro.
Contenuti fruibili con facilità: La fruizione di contenuti AR attraverso dispositivi comuni come smartphone o tablet elimina la necessità di utilizzare apparecchiature speciali, rendendo l’AR accessibile a tutti.
Approfondimento senza limiti: L’AR permette di esplorare contenuti in profondità, come la storia dettagliata delle opere, biografie degli artisti e informazioni contestuali che non potrebbero essere fornite solo con targhette o audioguide.
Esperienze multisensoriali: Le esperienze AR possono includere audio, video, animazioni e interazioni tattili, offrendo un coinvolgimento sensoriale completo che arricchisce la visita al museo.
Educazione interattiva: Per i visitatori più giovani, l’AR può rendere l’apprendimento più divertente e interattivo, facilitando la comprensione di concetti complessi attraverso visualizzazioni e simulazioni.

Conclusioni e considerazioni finali
La Realtà Aumentata (AR) rappresenta una rivoluzione per i musei, offrendo soluzioni innovative e interattive che migliorano significativamente l’esperienza dei visitatori.
L’integrazione dell’AR nei musei consente di trasformare la visita in un’esperienza multisensoriale, coinvolgente e memorabile, superando i limiti dei metodi tradizionali di esposizione come targhette, audioguide e descrizioni testuali.
Attraverso l’AR, i musei possono offrire tour guidati interattivi, ricostruzioni di reperti archeologici, ologrammi di personaggi storici e artisti, visualizzazione di dettagli nascosti, gamification per i più giovani, e campagne di marketing innovative.
L’AR non solo arricchisce l’esperienza dei visitatori, ma contribuisce anche a proteggere i reperti esposti, a differenziare il museo dagli altri, e a generare un passaparola positivo che attira un pubblico più ampio e diversificato.
I vantaggi per i musei sono molteplici: dall’offerta di esperienze immersive che coinvolgono diversi sensi, al maggior coinvolgimento delle nuove generazioni, alla possibilità di aggiornare i contenuti in tempo reale.
Per i visitatori, l’AR offre un accesso immediato a informazioni interattive, una maggior partecipazione con le opere esposte, e un apprendimento più interattivo e divertente.
Nonostante i falsi miti che circondano l’AR, è evidente che questa tecnologia ha un potenziale duraturo e significativo nel trasformare il modo in cui i musei presentano le loro collezioni e interagiscono con il pubblico.
Investire nell’AR significa adottare un approccio moderno e innovativo, capace di elevare l’esperienza museale a nuovi livelli di coinvolgimento e memorabilità.
I musei che sapranno cogliere le opportunità offerte dalla Realtà Aumentata non solo arricchiranno la propria offerta culturale, ma si posizioneranno come leader nell’adozione di tecnologie avanzate, in grado di attrarre e affascinare visitatori di tutte le età.
Noi di Arweb, siamo uno studio di produzione di esperienze immersive di Realtà Aumentata da più di 5 anni, con numerosi casi di successo realizzati.
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